Radio Firenze nacque il 21 Aprile 1932, nella sede del Palazzo Cento Finestre in Piazza Santa Maria Maggiore e fu inaugurata con un concerto sinfonico diretto dal Maestro Vittorio Gui, trasmesso in diretta dal Teatro Comunale allora chiamato Politeama Fiorentino. L'attività della Stazione Radio Fiorentina era controllata e regolamentata dall'EIAR, l'ente nazionale dell'epoca.
Dopo
una normale attività di esercizio a servizio del regime durata circa
12 anni, il 17
Giugno
del 1944
cessò la trasmissioni a causa della distruzione degli apparati
trasmittenti ad opera dei Tedeschi in ritirata. Il 4
Agosto del 1944,
l'efficienza e l'ingegno di alcuni tecnici che non avevano
abbandonato la sede, permisero sebbene in modo parziale e di estrema
precarietà, il ripristino dell'impianto e di alcuni registratori.
L'encomiabile operazione dei tecnici consentì a due
valorosi giornalisti, provenienti dalla sede EIAR di Torino e fuggiti a
Firenze, Victor de Sanctis e Amerigo Gomez, di trasmettere alla
popolazione il susseguirsi di quei tragici giorni, attraverso la
radiocronaca della battaglia fra i tedeschi in ritirata e i
partigiani insieme agli avamposti alleati.
La radiocronaca,
effettuata utilizzando un radioregistratore portatile di fortuna, è
raccontata con voce drammatica da Amerigo Gomez e accompagnata dalle
voci e dai clamori dei cittadini e dei combattenti, insieme al suono
delle sirene e al crepitìo degli spari. Si assiste, ascoltando, alla
distruzione dei ponti, alla liberazione dell'11 Agosto con il suono
della Martinella e alla nuova voce di Radio Firenze libera il 20
di Settembre 1944. Questo commovente documentario è diventato un
Cult da quando è stato trasmesso dalla Televisione Italiana nel
1954, ne consigliamo vivamente la visione sul sito della RAI:
www.teche.rai.it/1954/08/firenze-agosto-1944/
.
Nel dopoguerra, Radio Firenze divenne sempre più importante. Scrittori e intellettuali furono chiamati a collaborare e partecipare a trasmissioni prevalentemente culturali. Nacquero rubriche poi diventate famose, come l'Approdo, ideata da Adriano Seroni. Fra gli scrittori, Carlo Emilio Gadda iniziò proprio a Firenze la sua carriera scrivendo testi radiofonici. Sotto la direzione del caporedattore Omero Cambi, Radio Firenze proseguì la sua importante produzione. Oltre a spettacoli di prosa e concerti trasmessi in diretta dai teatri fiorentini, la radio produsse lavori in proprio, ad esempio le commedie interpretate da attori del calibro di Wanda Pasquini, Cesarina Cecconi, Fosco Giachetti, Arnoldo Foà, e i radiodrammi, una creazione di Umberto Benedetto.
Non mancavano trasmissioni di svago che si svolgevano in sede. In molti ricorderanno una delle prime "Botta e Risposta", condotta da Silvio Gigli. Il presentatore invitava una persona a rispondere a una "domandina facile facile" e lo apostrofava con "venga lei con codesta cravattina a singhiozzo di pesce!".
Narciso Parigi cantava gli stornelli e le canzoni di Odoardo Spadaro, accompagnato dall'orchestra Petralia. Non mancava lo sport: tutte le volte che la Fiorentina giocava al comunale, la radio trasmetteva la radiocronaca del secondo tempo della partita. Ma un evento eccezionale si verificò nel 1953, quando Omero Cambi, con l'intento di affiancare un programma leggero alla trasmissione di cronaca domenicale "Il Gazzettino", ideò il "Grillo Fiorentino", una voce libera di garbata critica alla società.
Dopo un periodo di collaudo, fu cambiata l'impostazione da spettacolo semiserio in spettacolo comico e brillante e nacque così "Il grillo canterino", un programma semplice, ma arguto, satirico e irriverente che, con i suoi personaggi, raccontava con sottile ironia le caratteristiche, i vizi e le virtù dei cittadini da cui venivano tratte scene di vita quotidiana che gli stessi fiorentini rappresentavano ogni giorno sul grande palcoscenico della città.
Rino Benini, Silvano Nelli, Roberto e Gianfranco D'Onofrio, furono gli autori di quel gioiello radiofonico. Personaggi come "La sora Alvara", di Silvano Nelli, interpretata da Wanda Pasquini, che vendeva la "ciccia di alta qualità" tagliando le "bracioline" al tintinnio di braccialetti e collane. La scenetta era condita da battute sagaci e sfondoni proverbiali e finiva con le parole della Sora Alvara Girelli Bucalossi: "Ma guarda un po' che gente... vero dico io".
C'era poi "Nonno Pilade", scritto e interpretato da Rino
Benini che,
all'interno della numerosa famiglia, dispensava consigli a tutti, ma
la cui più grande preoccupazione era quella di sedersi a tavola per
mangiare.
"L'Iris
e l' Amneris" di Roberto
d'Onofrio, interpretate da Bibi
Faller e Nella Barbieri, che
non perdevano occasione di "fregare" il bigliettaio dell'autobus
e, per non pagare il biglietto, lo distraevano con la loro pungente
ironia. "I' Porvere" di
Roberto d'Onofrio, il ossia il cenciaiolo che veniva chiamato dalle donne del
quartiere per farsi valutare una qualche suppellettile di casa allo
scopo di venderla. La valutazione di "I' Porvere" era naturalmente
bassa, tendente sempre a sminuire il valore dell'oggetto che poi, regolarmente, rivalutava al momento di rivenderla dopo averla
acquistata. La sua immancabile frase finale era: "Cenciai si nasce.. e dire
che i' mi poero babbo voleva che studiassi... meno male mi son fermato
all'asilo!".
Infine c'era "Gano... i' duro
di San Frediano",
di Silvano Nelli, interpretato magistralmente da Corrado De
Cristoforo. Una vera icona per i fiorentini che si sono appropriati
di numerose sue definizioni entrate da tempo nel lessico popolare. Infatti, le parole e le frasi "pischella",
che a volte veniva definita carrozzata, "sommommolo,
a petto a me,
coccolo
d'omo,
è... mma è .. mma te lo rintoppo" facevano - e fanno - ormai parte del nostro dialetto più popolare. Molti si ricorderanno di una delle tante scene trasmesse che,
riferendosi al festival di San Remo in relazione alla vincitrice
Gigliola Cinquetti, giocando sul cognome, l'apostrofò dicendogli:
da'
retta...mezzo chilo!! “.
Gano”
da bullo di quartiere finiva tutte le volte per essere preso a
botte, ma terminava sempre con la fatidica frase: "Largo
donne...
passa
Gano... i'duro di San Frediano".
Il "Grillo Canterino" concluse le sue rappresentazioni nel 1970, dopo anni di grande successo durante i quali, tutte le Domeniche, le famiglie riunite non mancavano mai di ascoltarlo dopo il notiziario radiofonico del Gazzettino delle ore 12,15.
Radio Firenze terminò le sue trasmissioni dal Palazzo Cento Finestre di piazza Santa Maria Maggiore nel 1968 non prima di avere trasmesso la drammatica ed emozionante radiocronaca in diretta dell'alluvione del '66, raccontata dal noto e bravissimo giornalista Marcello Giannini.
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