Odyl

La mostra, che verrà inaugurata mercoledì 7 febbraio, a cura di Brunella Baldi, propone una selezione dei lavori più recenti di Capolupo, Giuntini, Orecchioni, Rizzo.

Odyl, nasce da una rielaborazione del termine Odyle, coniato nel XIX secolo dal Barone Karl von Reichenbach per designare una presunta energia vitale o forza vitale e trova il suo fondamento nelle pionieristiche ricerche dell’eclettico scienziato tedesco.

Il lavoro di Anna Capolupo crea un ambiente misterioso che abbraccia culture eterogenee attraverso una ricerca poetica profonda, intrecciando abilmente il tessuto della vita quotidiana all’interno della tradizione pittorica delle nature morte.

Le sue opere si distinguono per la presenza di una piattaforma scenica su cui trovano posizione giochi d’infanzia, piante e oggetti di uso comune.

Questa piattaforma funge da palcoscenico simbolico, elevando, quasi come in una scenografia teatrale, l’ordinario e il prosaico a una dimensione straordinaria ed enigmatica. 

L’arte di Matteo Giuntini si rivela in modo suggestivo come una sorta di mistica contemporanea, intrisa di un animismo che si posa su ogni aspetto della realtà per divorarlo.

Il suo lavoro si immerge nell’essenza della pittura, ma lo fa con un’audacia che risuona con forza, configurandosi come un inno panteistico, un’appassionata celebrazione della natura e della sua forza irrazionale.

L’opera di Piero Angelo Orecchioni si immerge con profondità nei concetti dell’abitare e della conservazione della memoria, intraprendendo un viaggio affascinante e poliedrico attraverso la cancellazione, la cucitura, la trasformazione e la restituzione in una forma poetica unica.

Il suo lavoro va oltre la pura espressione artistica, estendendosi anche alla parola scritta, creando così un dialogo multisensoriale che coinvolge il visitatore in un’esperienza profonda e coinvolgente.

La ricerca artistica di Cristiano Rizzo si sviluppa attraverso un’attenta analisi delle forme della natura, che vengono sottoposte a un processo di astrazione e svuotate del loro significato originale.

Queste forme, una volta separate dal loro contesto naturale, si fondono armoniosamente per creare paesaggi intimi e personali

In questa esposizione, l’Odylismo si rivela come una forza unificante, un filo conduttore che collega le opere di questi quattro artisti che attraverso il colore, la forma e la narrazione, ci invitano a esplorare la vitalità e l’essenza dell’arte contemporanea.