Scaduto
Lettura drammatizzata di testi autobiografici di Rodolfo Siviero, realizzata dalla Compagnia delle Seggiole.
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Personaggio complesso, articolato, Rodolfo Siviero è stato tante cose insieme: agente segreto, intellettuale, storico dell'arte, presidente dell'Accademia delle Arti del Disegno. E' stato anche, e soprattutto, colui che ci ha insegnato che le opere d'arte non sono un trofeo con cui i vincitori delle guerre possono arricchire case e musei, ma rappresentano un bene inalienabile dell'identità culturale di una Paese. Grazie alla sua abilità, alla sua competenza di critico d'arte e al suo coraggio molte opere d'arte che che erano state portate via dall'Italia durante la seconda guerra mondiale sono state recuperate e sono oggi all'interno dei confini del nostro Paese. Figlio di un sottoufficiale dei Carabinieri e di mamma originaria della Maremma, Rodolfo si trasferisce presto a Firenze con la famiglia e qui si forma da critico d'arte, frequenta gli ambienti artistico-letterari e scrive poesie. Già nel 1934 entra a far parte del Servizio Informazioni Militari Italiano con la missione di raccogliere informazioni sui progetti nazisti di invasione dell'Austria. Inizialmente, convinto che il fascismo possa rappresentare una via per il miglioramento del Paese, aderisce al movimento, ma ben preso le sue posizioni mutano radicalmente, soprattutto dopo l'introduzione delle "Leggi razziali", che considera un'offesa alla tradizione italiana. Quello che inoltre del fascismo Siviero avversa è il flusso di opere d'arte che i nazisti, con la complicità del regime fascista, esportano illegalmente oltre confine per arricchire le proprie collezioni. Anche grazie a questo, Rodolfo Siviero matura la decisione di mettere la sua attività di agente segreto al servizio delle forze antifasciste e in poco tempo diventa un punto di riferimento dell'intelligence inglese a Firenze, cui segnala i movimenti delle opere d'arte italiane verso la Germania. Grazie a lui rientrano in Italia, tra gli altri, i capolavori dei musei napoletani dell'Abbazia di Montecassino e il Discobolo Lancellotti, copia romana da Mirone e le Fatiche di Ercole di Antonio del Pollaiolo degli Uffizi. Il suo lavoro prosegue, tra impegno e frustrazione, fino alla morte, avvenuta nel 1983. Avrebbe infatti voluto che al recupero delle opere d'arte fosse dedicata un'attenzione che invece non riusciva a suscitare da parte dei governi italiani, come che alle opere da lui recuperate fosse dedicato un museo capace di mantenere viva la memoria della sua azione. Anche per questo nel suo testamento dispone che Casa Siviero, il palazzo che era stato centrale operativa dei partigiani e poi sua residenza, fosse lasciata, insieme alla sua collezione, alla Regione Toscana per diventare un museo capace di ricordare per sempre i valori cui aveva dedicato tutta la sua vita. |
Museo casa Rodolfo Siviero
Indirizzo: Lungarno Serristori, 1,, Firenze 50100
Telefono: 055 234 5219
Sito web: http://www.museocasasiviero.it
Sito web: www.museocasasiviero.it
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