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Scopriamo Palazzo Pitti Mannelli e Palazzo Agostini

Scopriamo Palazzo Pitti Mannelli e Palazzo Agostini

Itinerario non guidato in Oltrarno: TAPPA n. 2

Ci siamo lasciati all'inizio di Via Maggio, ci ritroviamo qui e... vi va di percorrerla insieme? 

Al n.2, sul lato destro, osserviamo il P alazzo cinquecentesco Pitti - Mannelli sulla cui facciata si stagliano il busto di Cosimo I scolpito da Baccio Bandinelli e due stemmi appartenenti alle due casate Pitti, a destra, e Mannelli, a sinistra.

I Pitti, originari di Semifonte arrivarono a Firenze intorno alla metà del XIII secolo. Maffeo fu Priore nel 1283, carica che la famiglia ebbe in oltre due secoli per ben quarantasette volte e sedici di loro, nel corso delle varie generazioni, ricoprirono la prestigiosa carica di Gonfalonieri di Giustizia.

Bonaccorso Pitti, figlio di Maffeo, fu molto stimato dai cittadini per la sua generosità. Ricco mercante e banchiere, fondò un monastero e uno spedale a disposizione del popolo nell'allora sobborgo di Sant'Anna di Verzaia. I Pitti, nella persona di Neri figlio di Bonaccorso, ebbero rapporti di parentela con gli Strozzi insieme ai quali svilupparono numerosi affari. Uno dei figli di Neri, Buonaccorso, si distinse intorno alla fine del Trecento per le sue qualità diplomatiche come ambasciatore e interlocutore privilegiato del Re di Francia Carlo VI dal quale ottenne una stretta alleanza, della durata di cinque anni, fra la Francia e la Repubblica Fiorentina.

Ma il Pitti più ricco, più influente e anche il più amato dai fiorentini per le sue iniziative popolari, almeno fino al suo declino, fu suo figlio Luca nato nel 1395. Luca, intorno alla metà del Quattrocento, ricoprì la carica di Gonfaloniere di Giustizia riuscendo ad entrare nelle simpatie dei Medici con i quali, nella persona di Cosimo Il Vecchio, stabilì un efficace patto di collaborazione. La sua parabola discendente iniziò dopo la morte di Cosimo nel 1464 e l'avvento del suo successore il figlio Piero. Il Pitti, sentendosi ormai libero da ogni patto e considerata la debolezza personale e politica di Piero de' Medici, riuscì a prendere il potere ma la fazione popolare a sostegno dei Medici insorse facendo tornare il figlio di Cosimo al governo della città. Luca Pitti, persa la stima dei cittadini e abbandonato da molti suoi alleati, cadde in disgrazia, dissipò molti suoi averi e fu costretto a rinunciare al completamento della costruzione del Palazzo sulla collina di Boboli disegnato dal Brunelleschi che egli avrebbe voluto fosse il più grande di Firenze.

Luca mori nel 1472 fra l'indifferenza generale. Il Palazzo sulla collina di Boboli, che ancora porta il suo nome, fu venduto nel 1549 dopo due generazioni ad Eleonora di Toledo moglie del Granduca Cosimo I de'Medici insieme alle terre circostanti.

Al n.6 sul lato destro,si trova il Palazzo Agostini fatto costruire a Baccio D'Agnolo nel primo Cinquecento da Marcello di Paolo Agostini del ramo Pisano, amico di Giorgio Vasari. Si notano sulla facciata una varietà di elementi architettonici, divisi fra piano e piano da spesse cornici marcapiano, caratterizzati dall'alternanza di quadri, rettangoli e archi. Al centro della facciata lo stemma dell'Arte di Calimala.

Proseguendo sullo stesso lato si notano alcuni edifici in successione alti e stretti che si presume fossero in origine caratteristiche case torri. 

Se ti è piaciuta anche questa seconda tappa continua a seguirci! A brevissimo arriverà anche la terza. Non perdertela!

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