L'Avaro di Molière

Non è solo “un avaro” Dopo “Il medico per forza” e “Il malato immaginario”, questa volta ci mettiamo alla prova con le note vicende di Arpagone, l’avaro: una commedia che non ebbe il successo che meritava, anche perché, per il gusto del tempo, era scritta completamente in prosa e non era la solita “farsaccia” dove ci si aspettava solo di ridere. 

E’ una commedia immersa in uno spaccato familiare, dove la casa, intesa come luogo, è una casa che “sente”, dove si sussurra per paura di essere ascoltati, dove la tosse di Arpagone, (ahimè reale per il povero Molière), preannuncia il suo arrivo e fa tutt’uno con il suo essere sospettoso. 

Ma non è solo un vecchio avaro: è un uomo avveduto, pronto a cogliere al volo le situazioni, un uomo energico, pieno di vigore, affamato di giovinezza, ignaro di moralismi, circondato da un mondo di servi, di innamorati e di donne di maneggio che popolano il mondo di Molière, ma sono ben presenti anche nella nostra società, Arpagone compreso. Una curiosità: i famosi scudi, diecimila per la precisione, che riempiono la famosa cassetta di Arpagone, avevano un contenuto aureo di 3,35 grammi. 

Al giorno d’oggi varrebbero?... Beh, divertitevi a fare i conti … comunque un bel gruzzolo, direi !

Prenotazioni: Teatro del Borgo Firenze (info@teatrodelborgo.it 3755728488)