La straordinaria storia di Arthur Gordon Pym

Questo spettacolo, ispirato al romanzo breve "Gordon Pym" di E. A. Poe, è frutto di una fusione creativa e collaborativa tra la drammaturgia e la regia. L'idea si è accesa prendendo ispirazione dal celebre dipinto di R. Magritte, "La reproduction interdite", dove, in un angolo, appare una copia del "Gordon Pym" di Poe (nella traduzione di Baudelaire). Il quadro, mostrando uno specchio che riflette solo le spalle di un personaggio, gioca con il concetto dei doppi, e mette in luce l'aspetto più nascosto e profondo dell'Io, del nostro subconscio, della nostra anima. Il riflesso delle spalle, negando la vista del volto, non solo al pubblico ma anche al personaggio stesso, sottolinea il mistero dell'essere umano, la profondità insondabile del cuore, un abisso talvolta oscuro, impenetrabile anche agli occhi di chi lo possiede.

Lo spettacolo si presenta come un horror psicologico dall'andamento incalzante e carico di pathos crescente. Il viaggio di Gordon Pym diventa una metafora della condizione umana, oltrepassando i confini dei generi. In una mossa audace, il personaggio di G. Pym sarà interpretato da un'attrice, esplorando il passaggio dalla passionalità dei sogni giovanili alla maturità dell'età adulta. Il viaggio esteriore ed interiore del protagonista è un percorso di formazione, liberazione e salvezza, caratterizzato da prove dolorose e disillusioni cruciali, ma sempre orientato verso la realizzazione di un essere umano maturo, consapevole, capace di compassione e generosità.

Un aspetto distintivo dello spettacolo è l'utilizzo del Teatro di Figura. I due interpreti principali interagiranno con altri personaggi incarnati da burattini, inserendosi nella grande tradizione mitteleuropea. Questa scelta artistica conferisce allo spettacolo un fascino particolare, combinando la narrativa di Poe con elementi teatrali classici, creando così un'esperienza unica e immersiva.