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Il Palazzo degli Amanti

Il Palazzo degli Amanti

Al n. 26, sul lato destro di Via Maggio, si erge il palazzo più famoso e storicamente interessante di tutta la strada: il Palazzo di Bianca Cappello. Il palazzo non è soltanto uno dei più suggestivi dal punto di vista artistico, ma è anche testimone delle intriganti e coinvolgenti vicende di coloro che lo hanno abitato.

Il palazzo, di origini quattrocentesche, appartenente ai Corbinelli, fu acquistato intorno alla metà del Cinquecento da PieroBuonaventuri, marito di Bianca Cappello, probabilmente con i denari di lei medesima. La nobile veneziana vi si installò nel 1566 e dopo la morte del Buonaventuri, Francesco I dei Medici, ormai da tempo amante di Bianca, si fece carico delle spese per la completa ristrutturazione e abbellimento del palazzo, affinché si distinguesse per importanza e pregio da tutti gli altri nella via, affidando i lavori nel 1573 all'architetto e scenografo di corte Bernardo Buontalenti. 

Nel 1584, Bianca Cappello, divenuta nel frattempo granduchessa e residente stabilmente a Palazzo Pitti, cedette il fabbricato all'Ospedale di Santa Maria Nuova. Rivenduto due anni dopo ai Riccardi, passò ai Bonaccorsi poi agli Altoviti, quindi ai Peruzzi de Medici, ai Pecchioli fino all'attuale condominio.

La facciata, nella parte superiore lasciata quasi inalterata dal Buontalenti nella sua struttura originale, evidenzia, nella parte inferiore, la mano dell'artista per le due imponenti finestre inginocchiate firmate alla loro base con un basso rilievo: un pipistrello dalle ali aperte, simbolo protettivo della casa che il famoso architetto spesso usava nelle sue opere, e il grande portone chiodato con cornice in bozze di pietra squadrate sovrastato dallo stemma dei Cappello. Ma la caratteristica più interessante del palazzo si trova nella grandiosa decorazione a graffito eseguita da Bernardino Poccetti intorno al 1575. 

Ben spartita da strette cornici bianche, rappresenta con figure bizzarre, elementi mitologici antropomorfi e zoomorfi. Al centro della facciata si nota un grande affresco con lo stemma mediceo, sormontato dalla corona granducale e, ai lati, due ovali con il tema del cigno e un motto che allude sia al candore dell'animale, sia al nome di Bianca. 

Un corridoio sotterraneo conduce direttamente a Palazzo Pitti. Il passaggio fu voluto da Francesco per incontrare segretamente la “bella veneziana” prima che diventasse sua consorte ufficiale. Il corridoio fu di nuovo usato durante l'ultima guerra per occultare e proteggere dalle razzie tedesche le numerose opere pittoriche ed altri arredi del Corridoio Vasariano.

Bianca Cappello, bellissima, raffinata e seducente nobile veneziana, fuggì dalla propria città all'età di 15 anni, all'insaputa dei genitori, per seguire a Firenze il fiorentino Piero Bonaventuri che lavorava a Venezia quale impiegato presso un banco dei Salviati. Si sposarono segretamente durante la fuga e, all'intimazione del tribunale veneziano, sollecitata dai Cappello per obbligare Bianca a rientrare a Venezia, si opposero i Medici, probabilmente per opportunismo politico, e anzi offrirono al Bonaventuri un impiego a corte. 

Ben presto il giovane marito, che nel frattempo aveva avuto da Bianca una figlia di nome Pellegrina, per altri Virginia, mostrò il suo lato peggiore a causa del comportamento ozioso e dissoluto che lo portava a sperperare il denaro ottenuto dalla moglie con pressioni e minacce. 

Bianca, allora diciottenne, irritata per la deludente vita sentimentale, invitata a una festa nel Palazzo del Mondragone in Via dei Banchi all'angolo con Via del Giglio, conobbe “casualmente” il granduca Francesco I dei Medici, infelicemente sposato dal 1565 con Giovanna d'Austria. Per entrambi fu amore a prima vista che si trasformò velocemente in autentica passione. La vita dei due amanti attraversò strane vicende che affondano nel più profondo mistero. 

Il marito di Bianca venne ucciso nel 1568 in un vicolo buio durante un alterco e, qualche anno dopo, il 15 Aprile del 1574, anche la granduchessa Giovanna D'Austria morì per un banale incidente cadendo da una scala. La strada per loro si spianò: lui trentasettenne e lei trentenne, liberi ormai da ogni vincolo, poterono congiungersi in matrimonio,dapprima segretamente poi rendendo pubblica la notizia il 10 giugno del 1579. 

Inizialmente la loro vita scorse serena anche se, la mancanza di un erede maschio e alcuni tentativi falliti di Bianca per legittimare come figlio proprio Antonio, un maschio nato probabilmente da una relazione di Francesco con una serva di corte, indussero il popolo fiorentino a biasimare velatamente la condotta dei granduchi. 

Francesco, oltre ai doveri di governo, si occupava di esperimenti di alchimia e scienze naturali nello “studiolo” di Palazzo Vecchio, mentre Bianca si dedicava agli adempimenti, all'organizzazione e alle strategie della vita di corte. Ma otto anni dopo, nell'ottobre del 1587, durante una vacanza estiva nella Villa di Poggio a Caiano, Francesco e Bianca vennero assaliti da febbre altissima e delirio, decedendo in pochissimo tempo a poca distanza l'uno dall'altra.

È quasi certo che si trattò di febbri malariche, ma qualche fonte storica ritiene che tale morte sia avvenuta per avvelenamento, perpetrato dal fratello di Francesco, Ferdinando I, deciso a impossessarsi del titolo granducale.

Testo di Silvano Caciolli

Cose da fare a Firenze