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In Toscana già otto eventi climatici estremi nel 2023

In Toscana già otto eventi climatici estremi nel 2023

Lunedì 05 Giugno 2023 Ore 14:14

Un pianeta Terra sempre più in difficoltà, minacciato da una crisi climatica che non arresta la sua corsa e che non risparmia nessun Paese nel mondo. Campanello dall’allarme: il trend in crescita degli eventi climatici estremi. Solo in Italia dall’inizio 2023 sono aumentati del +135% rispetto a quelli di inizio 2022. In particolare, nella Penisola, da gennaio a maggio, si sono registrati 122 eventi estremi contro i 52 degli stessi mesi del 2022. Gli allagamenti da piogge intense sono la tipologia che si è verificata con più frequenza con 30 eventi contro i 16 dei primi 5 mesi del 2022, segnando così un +87,5%. Inoltre, da inizio anno sono sei le regioni più colpite da eventi climatici estremi: Emilia-Romagna (36), Sicilia (15), Piemonte (10), Lazio (8), Lombardia (8), Toscana (8).

È quanto denuncia Legambiente che oggi, in occasione della giornata mondiale dell’ambiente, diffonde i nuovi dati del suo Osservatorio Città Clima, per sottolineare l’SOS che arriva dall’ambiente e dal clima e per lanciare un messaggio chiaro al Governo Meloni.

In particolare in Toscana gli eventi estremi sono passati da 6 nel 2022 a 8 avvenuti nei primi mesi del 2023, tra bombe d’acqua, grandinate, gelate, trombe d’aria, esondazioni e frane, dalla grandine di aprile in vari luoghi come il Chianti e nel Pisano all’alluvione in Alto Mugello. La lista degli eventi è consultabile sul sito dedicato.

“Gli 8 eventi estremi che hanno caratterizzato questo semestre meteorologico in Toscana ci dimostrano plasticamente di quanto la frequenza di questi accadimenti sia direttamente ascrivibile all’aggravarsi della crisi climatica,” dichiara Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana. “Anche alle nostre latitudini, quindi, abbiamo il dovere di agire su un doppio binario. Da un lato lavorare sull’adattamento e quindi su una maggiore resilienza di città e territori; dall’altro, mettere in campo urgentemente politiche di mitigazione, volte a cambiare radicalmente il modello energetico.”

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Con il 38% in meno di terreni fertili in quarant’anni la Toscana è diventata una regione più fragile ed esposta agli effetti estremi dei cambiamenti climatici con 3.568.000 residenti che vivono in aree allagabili e a rischio alluvione ma anche più dipendente dal punto di vista dell’approvvigionamento alimentare. Cemento ed abbandono hanno divorato quasi 700 mila ettari di superficie agricola che si è ridotta ad appena 1,1 milioni di ettari secondo l’ultimo censimento mentre hanno continuato ad espandersi le aree urbane con un incremento di 293 ettari di suolo consumato tra il 2020 ed il 2021, pari al 6,7% dell’intera superficie regionale. Sono i preoccupanti dati statistici elaborati da Coldiretti Toscana in occasione della giornata mondiale dell’Ambiente celebrata dalle Nazioni Unite.

Il risultato – sottolinea Coldiretti Toscana – è che in Toscana la totalità dei 273 comuni toscani secondo l’Ispra hanno parte del territorio in aree a rischio idrogeologico per frane anche come conseguenza della crisi climatica in atto con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, il rapido passaggio dal sole al maltempo e precipitazioni brevi ed intense. Nel 2022 si sono verificati nei primi sei mesi dell’anno 8 eventi estremi secondo l’Osservatorio di Città Clima con le sole gelate tardive ad aprile che sono costate 8 milioni di euro di danni alle imprese agricole mentre l’alluvione nell’Alto Mugello ha messo in ginocchio le principali economie della montagna come la zootecnia, la gestione del bosco, la castanicoltura, la frutticultura ed il turismo. Per effetto delle coperture artificiali il suolo non riesce a garantire l’infiltrazione di acqua piovana che scorre in superficie aumentando la pericolosità idraulica del territorio secondo l’Ispra.

Per questo – continua Coldiretti Toscana – l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne. La perdita delle campagne pesa anche sull’approvvigionamento alimentare del Paese in un momento in cui peraltro l’incertezza e la guerra sta provocando difficoltà negli scambi commerciali favorendo le speculazioni. Tra il 2012 ed il 2020 la Toscana ha prodotto 105 mila quintali di prodotti alimentari in meno.

Il primo passo nella strada del recupero della capacità produttiva è – precisa Coldiretti Toscana – lavorare sulle infrastrutture e sull’innovazione a partire dal sistema degli invasi necessarie per raccogliere l’acqua e combattere la siccità, tema affrontato dal tavolo regionale voluto dal presidente Eugenio Giani di cui fa parte Coldiretti, ma occorre anche investire sulla digitalizzazione delle con lo sviluppo di applicazioni di agricoltura di precisione, dall’ottimizzazione produttiva e qualitativa alla riduzione dei costi aziendali, dalla riduzione al minimo dell’impatto ambientale con sementi, fertilizzanti, agrofarmaci fino al taglio dell’uso di acqua e sul consumo di carburanti. In tale ottica – continua Coldiretti Toscana – è importante anche accelerare sul riconoscimento del ruolo delle nuove tecniche di evoluzione assistita (Nbt) per investire sulla genetica green capace di tutelare l’ambiente, proteggere le produzioni agricole con meno chimica e difendere il patrimonio di biodiversità.

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