In Borgo Pinti al numero civico 58 si apre un antico portale che mostra la scritta “CENOBIUM CISTERCIENSE”. Un largo corridoio introduce in un grande chiostro quadriportico, attraversato il quale si accede alla chiesa del Convento di Santa Maria Maddalena de' Pazzi.
Tutto il complesso architettonico risale al 1257. Originariamente era denominato convento di Santa Maria Maddalena delle Repentite o Convertite. Esso nacque per accogliere le donne pentite del proprio passato di peccatrici e desiderose di riscattarsi avvicinandosi alla fede seguendo la Regola Benedettina “Ora et labora”. Nel 1322 il complesso venne assegnato alle monache Cistercensi che ne detennero la proprietà fino al 1442, anno in cui passò ai monaci di Settimo appartenenti allo stesso ordine. Nel 1481 i monaci dettero inizio ad importanti lavori di ristrutturazione, ampliamento e abbellimento che si protrassero fino al 1526 . Queste date segnano il periodo più fecondo del monastero dal punto di vista artistico.
In quell'arco temporale nacquero: il chiostro quadriportico, ideato da Giuliano da Sangallo di pregevole fattura con le agili ed eleganti colonne ioniche, e la chiesa che si arricchì di opere eseguite da artisti di primissimo piano quali Perugino, Botticelli, Ghirlandaio e altri insigni pittori. Con il tempo però quasi tutti i dipinti degli artisti più importanti vennero trasferiti in vari musei italiani ed internazionali.
Nonostante questi rilevanti trasferimenti, l'interno della chiesa mantiene ancora oggi opere pregevoli, quali: una tavola con l'Incoronazione della Madonna, di Cosimo Rosselli, esposta sull'altare della seconda cappella di sinistra, dipinti di Luca Giordano e Santi di Tito, sculture di Innocenzo Spinazzi ed altre opere di validi artisti del XVI, XVII e XVIII secolo.
Nel 1628 il cardinale Barberini, per le pressioni del fratello Papa Urbano VIII , conferì alle suore Carmelitane la gestione del convento trasferendo i monaci di Settimo altrove.
Da quel momento, in via temporanea fino al 1669, il complesso prese il nome di Santa Maria Maddalena degli Angeli. Nello stesso anno, Papa Clemente IX beatificò la carmelitana Maria Maddalena dei Pazzi, battezzata Caterina de Pazzi nata a Firenze nel 1566, santificata per il suo intenso misticismo e le profonde meditazioni sulla Trinità. Le sue spoglie giacciono nella Cappella Maggiore del convento. A seguito della beatificazione, le suore carmelitane vollero fissare definitivamente il nome del complesso in Santa Maria Maddalena dei Pazzi.
Papa Urbano VIII che si occupò delle sorti del convento, viene ricordato con lo stemma Barberini (corona con api), apposto sull'angolo di Via della Colonna.
Nella Cappella del Giglio, il cui accesso si trova dopo il corridoio d'ingresso a destra nel quadriportico, si ammirano le pareti affrescate da Bernardino Poccetti.
Nella sala capitolare del convento, in Via della Colonna, si può osservare il bellissimo affresco della Crocefissione, del Perugino.
Testo di Silvano Caciolli
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