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Evento Arte, storia, delitti e curiosità nella Firenze del passato (ITINERARIO LIBERO NON GUIDATO) Chiesa di Santa Maria Maddalena dei Pazzi

Arte, storia, delitti e curiosità nella Firenze del passato (ITINERARIO LIBERO NON GUIDATO)

All'aperto, Itinerario

Scaduto

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Le repentite o convertite

Il nostro itinerario parte da Borgo Pinti, toponimo relativo a “repentite” trasformato nel tempo prima in Pinte, poi in Pinti.
Vale davvero la pena di iniziare, davanti al numero civico 58. Osserviamo l'antico portale con, sul timpano, la scritta “Cenobium Cisterciense” che si affaccia sul Chiostro e sulla Chiesa del Convento di Santa Maria Maddalena dei Pazzi. Tutto il complesso urbanistico risale al 1257. Originariamente era denominato Convento di Santa Maria Maddalena delle Repentite o Convertite. Esso nasce per accogliere le donne che, pentitesi della vita dissoluta e condotta, fino ad allora, nel peccato, accettano di convertirsi seguendo la regola Benedettina “ora et labora”. Dal 1322 viene assegnato alle Monache Cistercensi che ne detengono la proprietà fino al 1442, anno in cui passa ai Monaci di Settimo appartenenti allo stesso ordine. I Monaci danno inizio ad importanti lavori di ristrutturazione, ampliamento e abbellimento che si protraggono fino al 1526. Questo è il periodo più fecondo dal punto di vista artistico.

Nasce il chiostro quadriportico con colonne ioniche di notevole impatto architettonico, ideato da Giuliano da Sangallo e la Chiesa, già importante, si arricchisce di lavori compiuti da artisti di primissimo piano quali il Perugino, Botticelli, il Ghirlandaio ed altri insigni pittori. Con il tempo però tutti i dipinti degli artisti citati verranno trasferiti in vari musei Italiani ed internazionali.

Nonostante questi importanti trasferimenti, l'interno della Chiesa mantiene ancora oggi opere pregevoli, come una tavola con l'Incoronazione della Madonna, di Cosimo Rosselli, esposta sull'altare della seconda cappella di sinistra, dipinti di Luca Giordano e Santi di Tito, sculture di Innocenzo Spinazzi ed altre opere di validi artisti del XVI, XVII, e XVIII secolo.

Nel 1628 il Cardinale Barberini, sotto la pressione del fratello Papa Urbano VIII, conferisce alle Suore Carmelitane la gestione del Convento, trasferendo i Monaci altrove.

Da quel momento, in via temporanea fino al 1669, il complesso prenderà il nome di Santa Maria Maddalena degli Angeli.

Qualche tempo dopo, Papa Urbano VIII beatificherà la suora mistica Carmelitana Maria Maddalena dei Pazzi le cui spoglie giacciono nel Convento nella Cappella Maggiore e le Monache fisseranno definitivamente il nome con l'attuale: Convento di Santa Maria Maddalena dei Pazzi.

Papa Urbano VIII viene ricordato con lo stemma Barberini (corona con api), apposto sull'angolo di Via della Colonna. Nella Cappella del Giglio dopo l'ingresso a destra sotto il porticato, si ammirano le pareti affrescate da Bernardino Poccetti.

Nella sala capitolare del convento, su via della Colonna si può osservare il bellissimo affresco della Crocefissione del Perugino.

Da vedere: il Chiostro, la Chiesa, la Cappella del Giglio e la sala Capitolare.
A
ccesso da via della Colonna, 9 (attuale ingresso del Liceo Michelangiolo), il martedi e giovedi dalle 14.30 alle 16.30, nei giorni di apertura scolastica.

Il Tabernacolo e la Potenza

Si prosegue in direzione del centro storico soffermandoci brevemente all'angolo con Via degli Alfani, dove ammiriamo un Tabernacolo di notevole importanza.

Si tratta di una Madonna con Bambino in trono e Santi, attribuito a Bernardo Daddi, risalente alla prima metà del Trecento. Il bellissimo affresco è inserito in un'edicola in pietra serena, finemente lavorata, del primo Quattrocento.
Il Tabernacolo fu voluto dalla Potenza della Compagnia di Montiloro. Questo nome si riferisce allo stemma che aveva come simbolo due monti d'oro sormontati da una croce. Il simbolo si nota anche sull'angolo della Chiesa di Santa Maria di Candeli sul lato opposto.
Da vedere il Tabernacolo e i simboli della Potenza di Montiloro sull'angolo della Chiesa.

Il bronzo e il ferro

Continuiamo per Borgo Pinti e ci fermiamo davanti al numero civico 26.
Qui si trova il Palazzo cinquecentesco Bellini Delle Stelle.

Sulla facciata, il busto del Granduca Ferdinando I de' Medici, opera del Giambologna e, più in alto, lo stemma dell'artista, assegnatogli dal Granduca.
Il Palazzo, già di proprietà dello Spedale degli Innocenti, venne dato in uso da Cosimo I de’ Medici al grande Giambologna che lo acquistò definitivamente nel 1587.

Data le notevole grandezza del Palazzo per le ampie stanze e gli alti soffitti, l'artista, dopo l'iniziale uso esclusivamente abitativo, lo volle restaurare per poterlo adibire a laboratorio artistico.

Si dice che fra l'acquisto ed il restauro spendesse la notevole somma per l'epoca di 2400 scudi.

Da quel grande portone oggi visibile uscirono i più grandi capolavori della scultura bronzea.

La statua equestre di Cosimo I di Piazza della Signoria, l'altra di Ferdinando I di Piazza SS. Annunziata e molte altre.

Alla morte dell'artista nel 1608, per concessione di Ferdinando I de' Medici rispettoso della volontà del maestro, il Palazzo passò a Pietro Tacca, suo allievo prediletto, che scolpì in quel luogo il celebre Monumento ai 4 Mori, emblema artistico della città di Livorno.

Proseguendo fino al n.13, esattamente all'incrocio con via di Mezzo, si trova il cinquecentesco Palazzo Roffia.

Sulla facciata sporge un artistico balcone in ferro battuto.

All'epoca, a Firenze, non si erano mai visti balconi in ferro e, quando questo apparve, ricevette tante di quelle critiche che per molti anni a seguire non se ne fecero altri.

Voltiamo a sinistra in Via di Mezzo e diamo un rapido sguardo al cancello in ferro posto al numero civico 13. Si tratta dell'ingresso posteriore dell'Accademia dei Risoluti, fondatrice nel XVIII secolo dell’odierno Teatro Alfieri di Via dell'Ulivo. Lo stemma in ferro mostra un “cavallo sfrenato” e la scritta: “Valoroso destrier passa e non cura” .

Da vedere in Borgo Pinti: la facciata del Palazzo Bellini delle Stelle con il busto e lo stemma, il balcone in ferro battuto. Il Palazzo è visitabile il 1° martedì (feriale) di ogni mese dalle ore 9,00 alle ore 12,00 e dalle 14.30 alle ore 18.30, ad eccezione del mese di agosto che verrà sostituito dal secondo martedì del mese di giugno.
Informazioni e prenotazioni
tel. 335487070

Da vedere in via di Mezzo, il cancello in ferro con lo stemma e la scritta.

GoGo dice su Evento

Se ti trovi dalle parti di Borgo Pinti non perdere l'occasione di scoprire i tesori custoditi nelle viuzze strette che si snodano proprio lì intorno e che custodiscono bellissime storie poco note a più. Pronto? Andiamo!

Chiesa di Santa Maria Maddalena dei Pazzi
Indirizzo: Borgo Pinti, 58, Firenze 50123




Gli eventi non sono organizzati da GoGoFirenze ma sono comunicati alla redazione o recuperati da fonti pubbliche attendibili. GoGoFirenze non è responsabile della correttezza delle informazioni né fornisce informazioni o prenotazioni, se non diversamente specificato.