Come tutti i proverbi, anche questo di larga diffusione, è arrivato fino a noi attraverso il tempo, nel corso del quale si sono condensati secoli di sapienze, credenze, esperienze ed episodi. Sono molti i fiorentini che, attenti e rispettosi della tradizione, aspettano di vedere cosa riserverà loro il 2 di Febbraio giorno della Candelora per poi controllare la veridicità del proverbio.
Quali sono le origini della Candelora?
La ricorrenza della Candelora ebbe origine in epoca romana, forse
addirittura greca poi passata a Roma, e faceva parte di quei riti
pagani detti Lupercali. Si chiamava anche“Festum Candelorum” e si
svolgeva il 15 Febbraio. All'inizio si trattava di una festa nella
quale veniva fatto uso di fiaccole e torce per propiziare la
fecondità, in seguito fu dedicata alla luce purificante che scaccia
i demoni. Nel V° secolo con l'avvento del Cristianesimo, Papa
Gelasio I° chiese e ottenne dal senato Romano, la soppressione
delle feste “Lupercali” che rimasero, comunque, ancora in vita
per altri due secoli ma solo sotto un aspetto folkloristico. Nel
VII° secolo la Chiesa Cattolica cancellò definitivamente il rito
pagano e istituì la festa della Candelora volendo così riaffermare
l'antica simbologia della luce attraverso le candele. La festa fu
legata a due sacri eventi: la “Presentazione di Gesù al Tempio,”
e la Purificazione di Maria dopo quaranta giorni dalla nascita di
Gesù, fissandola definitivamente alla data del 2 Febbraio. La
ricorrenza Cristiana si svolgeva con processioni per le vie e
celebrazioni nelle Chiese dove venivano distribuite in dono ai devoti
candele benedette. La tradizione prevedeva che i fedeli conservassero
nella propria casa i ceri ricevuti accendendoli per essere
“illuminati” dalla protezione Divina in casi di calamità, di
epidemie, di assistenza ad un moribondo , di parti difficili, e
nell'attesa dell'arrivo di una persona cara che non tornava. Il rito
era anche inteso come atto per allontanare gli aspetti negativi
“scuri” della vita attraverso la luce “chiara” purificante di
tante piccole candele bianche.
Nei secoli successivi si continuò a celebrare la Candelora con i suoi riti tradizionali in ogni luogo della Cristianità. A Firenze le celebrazioni della Festività crebbero enormemente d'importanza a partire dal XV° secolo per la grande partecipazione e devozione popolare. La richiesta di cere e candele salì vertiginosamente. La produzione non avveniva solo nelle botteghe artigiane, dove operavano i ceraioli più esperti, ma addirittura nelle fabbriche sotto il severo controllo dell'Arte dei Medici e degli Speziali, che attraverso regolamenti assai rigidi imponevano ai fabbricanti la purezza del prodotto, pena gravi sanzioni. La benedizione delle candele avveniva nelle Chiese più importanti e la donazione ai fedeli era effettuata nelle Parrocchie e nelle Confraternite. La tipologia delle candele andava dalle più semplici in cera bianca a quelle ornate di fregi dorati o colorati. La scelta del tipo di candele da distribuire dipendeva dall'importanza dei personaggi ai quali il dono era destinato.
Nel periodo Lorenese, il Granduca, ogni anno, dopo avere partecipato alla messa ed alla benedizione delle candele nella Chiesa Parrocchiale di Santa Felicita, usava regalare i finissimi ceri che a sua volta aveva ricevuto in dono, alla sua corte ed ad alcuni cittadini meritevoli.
Ancori oggi molti fiorentini osservanti rispettano il rito della Candelora recandosi alle Funzioni del 2 Febbraio che si svolgono nelle Chiese maggiori. Dopo avere ricevuto la candela benedetta ed al commiato “ite missa est” usciranno sul sagrato e scruteranno con curiosità il cielo. Allora sapranno quanta sarà l'attesa per l'arrivo della Primavera.
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