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Quella volta che la Fiorentina arrivò ad un passo dalla vittoria della Coppa dei Campioni

Quella volta che la Fiorentina arrivò ad un passo dalla vittoria della Coppa dei Campioni

Martedì 14 Maggio 2019 Ore 11:24

Il 30 maggio del 1957, al Santiago Bernabeu di Madrid andò in scena una delle partite più importanti della centenaria storia della Fiorentina. Davanti a 124.000 spettatori, il Real Madrid di Alfredo di Stefano e la squadra gigliata allenata da Fulvio Bernardini furono chiamate a darsi battaglia per la conquista della seconda edizione della Coppa dei Campioni. I racconti dell’epoca e  le immagini offerte da La Gazzetta dello Sport ci parlano di una partita entusiasmante che, giocata davanti ad una cornice di pubblico straordinaria, fu decisa da un rigore di Di Stefano e da una rete di Gento che condannarono la Fiorentina ad una delle più cocenti delusioni della sua storia. Quella partita condizionò in modo netto il futuro sia dei Blancos che della Viola: mentre i primi, anche grazie a quella vittoria, riuscirono ad aprire un ciclo europeo che dura sino ai giorni nostri, in Europa i gigliati non sono più riusciti ad esprimersi a quei livelli.

Una squadra di campioni

Probabilmente pochi tifosi della Viola sanno che, poco più di mezzo secolo fa, la Fiorentina arrivò ad un passo dalla conquista della Coppa dei Campioni, l'attuale Champions League. Quella gigliata era una squadra fortissima che, formata per dieci undicesimi da calciatori italiani, sotto la sapiente guida dell’allenatore Fulvio Bernardini, nella stagione 1955-1956 riuscì a dominare il campionato italiano, regalando ai tifosi della Viola il primo scudetto della propria storia. La Fiorentina vinse quel campionato con ben 12 punti di vantaggio sul Milan secondo, in un’epoca in cui la vittoria valeva ancora due punti. Un dominio, per intenderci, simile a quello della Juventus di questa stagione che, al 17 di Aprile,  secondo le scommesse sportive, a quota 1,05 è certa della vittoria del proprio ottavo scudetto consecutivo, nonostante le partite da giocare siano ancora sei. Il percorso europeo che aveva portato la Fiorentina alla finale di Madrid fu tanto netto quanto sorprendente. Al primo turno la Viola, grazie all’ 1-1 nella partita di andata e all’1-0 in quella ritorno, riuscì ad avere la meglio degli svedesi del Norrköping. Ai quarti di finale i gigliati furono chiamati ad affrontare gli svizzeri del Grasshopper, superati senza troppe difficoltà grazie alla vittoria per 3-1 nell’incontro d'andata. In semifinale, invece, grazie ad un 1-0 nella partita di andata in Serbia ed allo 0-0 casalingo, la squadra di Bernardini riuscì a superare anche la Stella Rossa di Belgrado, accedendo così alla finale della competizione.

La partita al Santiago Bernabeu

Per comprendere quanto siano lontani da noi quei giorni basta raccontare un curioso aneddoto che riguarda l’orario in cui avrebbe dovuto essere disputata la partita. La UEFA, per pubblicizzare l’evento, aveva disposto che la partita avrebbe dovuto giocarsi in notturna, alle ore 20. Tale decisione, tuttavia, fu fortemente osteggiata da parte della Fiorentina in quanto i giocatori della Viola non erano abituati a giocare con l’illuminazione artificiale. Dopo una lunga battaglia “legale”, la Fiorentina riuscì ad avere la meglio e la partita effettivamente si disputò alle ore 17.  Sotto gli occhi attenti e curiosi dei 124.000 spettatori giunti al Santiago Bernabeu per assistere alla finale della seconda edizione della Coppa dei Campioni, la Fiorentina per due terzi di partita diede spettacolo, dominando in lungo e largo i più accreditati Blancos. Al minuto numero 69, tuttavia, dopo un contropiede condotto magistralmente dal Real Madrid, il difensore della viola Magnini sgambetta al limite dell’aria Mateos. L’olandese Leo Horn, arbitro dell’incontro, non ha dubbi ed  assegna il calcio di rigore. Dal dischetto si presenta Alfredo Di Stefano che realizza il penalty che apre la strada alla vittoria dei Blancos e, di conseguenza, condanna la Fiorentina alla sconfitta. La partita, alla fine, grazie ad una rete nel finale di Gento terminerà sul risultato di 2-0 a favore del Real ma l’episodio del rigore, a distanza di più di 50 anni, fa ancora discutere e rappresenta uno dei più grandi rimpianti sportivi dei protagonisti di quella partita e di tutta la città di Firenze.

“Sliding doors”: cosa sarebbe successo se a vincere fosse stata la Fiorentina?

Sempre più spesso, soprattutto in ambito sportivo, si sente parlare di "sliding doors", porte scorrevoli: un concetto che, mutuato dal pensiero del grande filosofo tedesco Leibniz, ben si presta ad ogni aspetto della nostra vita e, di conseguenza, anche al mondo dello sport. La domanda che per quasi mezzo secolo ha tormentato tutto l’ambiente viola è sempre la stessa: cosa avremmo potuto essere se avessimo vinto quella Coppa dei Campioni? Dare una risposta a questo quesito è ovviamente impossibile, ma ciò che è possibile fare è analizzare quanto quel trionfo del Real Madrid abbia inciso sui successi futuri dei castigliani. Non v’è dubbio che una eventuale vittoria avrebbe cambiato per sempre tutto l’ambiente gigliato e, con ogni probabilità, avrebbe dato un senso tutto diverso alla comunque gloriosa storia della Viola. Mentre per i Blancos quella fu la prima delle 13 coppe conquistate, dopo quella sconfitta la Fiorentina riuscì ad aggiudicarsi solo la Coppa delle Coppe del 1960. Resta la convinzione che quel ciclo della Viola avrebbe potuto vincere di più e che, magari avrebbe potuto lasciare in eredità molto di più di quanto abbia poi effettivamente fatto.

Vivere di ricordi e di rimpianti, tuttavia, non serve a nulla. La storia dello sport è scritta, inevitabilmente, dai vincitori, e se dopo più di mezzo secolo ricordiamo ancora le gesta della squadra di Fulvio Bernardini vuol dire che quegli uomini, nonostante siano usciti sconfitti dal Santiago Bernabeu, riuscirono comunque a compiere un’impresa epica. A 54 anni di distanza da quella notte, la situazione in casa Fiorentina è completamente diversa rispetto a quella dei giorni mitici di cui abbiamo parlato. Sono anni, purtroppo, che la Viola non riesce più a far sognare i suoi tifosi e l’augurio è che, nel prossimo futuro, si possa aprire un nuovo ciclo che possa riportare la Fiorentina a ripercorrere la strada indicata dagli eroi del passato.

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