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Il Festival Fabbrica Europa spostato a settembre/ottobre 2020

Il Festival Fabbrica Europa spostato a settembre/ottobre 2020

Venerdì 27 Marzo 2020 Ore 14:53

La XXVII edizione del Festival Fabbrica Europa prevista a Firenze nei mesi di maggio/giugno, in conseguenza delle misure di contrasto alla diffusione del Coronavirus è stata posticipata e si svolgerà nel periodo settembre/ottobre 2020. Fabbrica Europa, crocevia di scambio e dialogo tra gli artisti di tutto il mondo, in questa fase di emergenza internazionale non può proseguire nella normale programmazione del Festival.

"Fabbrica Europa - si legga in una nota - ha lavorato in questi anni per unire culture e artisti sotto il segno delle arti performative, con l’obiettivo di abbattere i confini tra Paesi, linguaggi e formati.

Mentre si chiudono le frontiere, siamo chiamati a forzare le barriere dell’individualismo, mossi dalla volontà di recuperare i valori della solidarietà e sostenibilità, e di un senso di comunità e società civile in grado di immaginare un futuro possibile. Molto di ciò che poteva esser dato per acquisito è ora da ritrovare, con modalità nuove e diverse e con la consapevolezza che sarà un percorso da ricostruire gradualmente, passo dopo passo e insieme.

In questi giorni sono tantissimi gli artisti e gli operatori di ogni parte del mondo legati a Fabbrica Europa che stanno dando testimonianza della loro vicinanza e incoraggiamento. Dalla Cina all'India, dal Mali alla Tunisia, dal Nord Europa fino al Canada: una generosa presenza che vuole contribuire con idee, proposte o azioni di sostegno a un territorio creativo fatto di persone e progetti da condividere.

Il sistema sta manifestando in questa fase tutta la sua endemica fragilità. Le istituzioni culturali, gli artisti, gli operatori, i professionisti, i lavoratori si trovano a dover affrontare perdite incalcolabili a causa della chiusura dei teatri, cancellazione di spettacoli, annullamento di festival e rassegne.

L'arte e la cultura devono essere messe nelle condizioni di sopravvivere alla crisi. Sono fondamentali per la formazione di un pensiero critico consapevole, individuale e collettivo, esistenziale e sociale.

Ora dobbiamo trovare modalità diffuse e condivise. Una rete internazionale che ci piacerebbe invasa e mossa da un fare comune per ricostruire processi artistici e produttivi senza confini o appartenenza, ma in nome di una nuova comunità, universale.

Ora dobbiamo guardare al futuro e - anche attraverso e grazie alle arti sceniche - ritrovare fiducia nelle forme di socialità, partecipazione e aderenza alle espressioni di libertà individuale, oggi mortificate. Alla ricerca del senso di una nuova contemporaneità".

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