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"Gianna Nannini si scusi con i poliziotti"

Lunedì 18 Gennaio 2021 Ore 11:30

"Che sia una "porcata" è poco ma sicuro". Non usa mezze misure il capogruppo di Fratelli d'Italia Alessandro Draghi parlando del videoclip della nuova canzone della cantante pop senese Gianna Nannini.

"Spiace vedere che questi artisti radical chic si ergano a paladini dei diritti umani e della difesa dell'ambiente insultando un'intera categoria. Poco importa che si sia scusata, a metà, in televisione, tirando in ballo il caso di George Floyd, che non c'entra nulla in questo caso: nel video tutti i poliziotti sono disegnati con la faccia da suino e indossano le divise italiane, non americane" afferma il capogruppo.

"La polizia di stato, dopo Coez con "La tua canzone", viene infangata nuovamente in ambito musicale dalla Nannini. Mi aspetto una presa di distanze da parte delle istituzioni fiorentine e auspico che la cantante nel suo prossimo concerto allo stadio Artemio Franchi a fine maggio si scusi e non intoni questa canzone. Se poi, non glielo auguro, le venisse rubata l'auto o la borsa, chissà se andrebbe a sporgere denuncia in un porcile o in un commissariato" conclude Draghi.

Gianna Nannini, sul proprio profilo Facebook, cerca di scusarsi e farsi capire: "Io e il regista Luca Lumaca vogliamo condividere con voi delle riflessioni sul video “L’aria sta finendo”. Grazie a chi capirà che non era nelle nostre intenzioni offendere nessuno. "Il video da me creato per ‘L’aria sta finendo’ di Gianna Nannini non istiga la violenza ma semmai la condanna. Come condanna lo spreco delle risorse naturali e l’inquinamento o la mercificazione del corpo femminile o l’ingerenza dei mass media nell’opinione pubblica o semplicemente la guerra. Andrebbe visto per intero e non giudicato da un fotogramma. Non c’era nessuna intenzione di offendere le forze dell’ordine, ma solo di raffigurare l’abuso di potere in un elenco di orrori contemporanei della nostra società. Atti brutali e feroci verso persone inermi che semplicemente tutti dovrebbero criticare. L’allegoria del poliziotto con la faccia da maiale non è certamente inedita e riprende alcuni classici della cultura del novecento, da "La fattoria degli animali" di George Orwell al commissario Winchester dei Simpson, passando per i testi beat degli anni 60, non credevo che creasse ancora scalpore... Oltretutto perché è simbolo non tanto delle forze dell’ordine ma del potere politico repressivo in sé.” Pace, amore ed empatia. LL".

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