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Evento ​Quando a Firenze si davano i numeri e si vendevano ottime cipolle (ITINERARIO LIBERO NON GUIDATO) via della Porta Rossa

​Quando a Firenze si davano i numeri e si vendevano ottime cipolle (ITINERARIO LIBERO NON GUIDATO)

All'aperto, Itinerario
via della Porta Rossa Firenze
via della Porta Rossa

Scaduto

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Un itinerario unico per scoprire Firenze e la sua storia attraverso episodi curiosi… e anche un pò buffi. Quindi, sorriso sulle labbra, e via che si va.

Itinerario Libero Non Guidato

Diamo i numeri
Siamo in Via Porta Rossa, la percorriamo fino a oltrepassare Piazza Davanzati e ci fermiamo davanti al numero civico 12.
A fianco della porta d'ingresso, notiamo una targa in marmo chiaro con il n.1026 ed il nome del proprietario del caseggiato. La toponomastica fiorentina dal medioevo alla fine del Cinquecento non prevedeva alcuna numerazione delle case nelle vie cittadine.
Tutte le strade erano divise in brevi tratti ed ogni tratto era contrassegnato da un Canto.
Quindi l'identificazione dell'abitazione di un cittadino avveniva per canti: per esempio, l'attuale Via dei Calzaiuoli era suddivisa in 13 canti, alcuni dei quali sono ancora leggibili sulle targhe apposte.
Nel ‘600 ci fu un tentativo di numerazione demandato ai parroci che, nelle loro parrocchie, accertavano e trascrivevano su grossi registri l'ubicazione dei cittadini assegnando alla loro casa un numero civico.
Naturalmente erano numeri segnati solo sui registri e non visibili sulle strade.
Nel 1809, causa la continua crescita demografica e urbanistica della città, il comune decise di contrassegnare le abitazioni con una numerazione progressiva.
Il n.1 iniziava da Palazzo Vecchio e, progressivamente, la numerazione si estendeva a raggiera per tutte le strade che partivano dal Palazzo.
Per esempio, la numerazione in una strada progrediva sul lato destro, tornando indietro, sul lato sinistro, e proseguiva poi nelle strade traverse e così via.
Si arrivò a numerare 8025 abitazioni creando un pò di confusione tra i cittadini. Nel 1865 fu quindi deciso di riformare il sistema, dotando la città dell’attuale pratica numerazione.

Da vedere:

le targhe in marmo del 1809 in Via Porta Rossa n.12 (che porta il numero 1026) e quella in Piazza Strozzi al n.5 con il numero 1012

Cipolle di “qualità”
Ci dirigiamo verso Piazza Strozzi, già Piazza delle Cipolle.
Nel ‘400, in Piazza delle Cipolle si svolgeva il mercato ortofrutticolo: si vendevano meloni, cocomeri, frutti vari, verdure assortite ed in particolare cipolle.
Le cipolle provenienti dal contado fiorentino erano ricercate e in tanti venivano da fuori città per acquistarle. La loro notorietà, suggerì alle autorità di attribuire alla piazza il nome del rinomato prodotto.
Nel 1489 il ricco mercante e banchiere Filippo Strozzi dette incarico a Benedetto Da Maiano di costruire un palazzo al centro della Piazza.
Giunto al secondo piano, Filippo pensò di abbellire il Palazzo con supporti per lampade e torcere in ferro battuto. Si rivolse a Niccolò Del Grosso detto il “Caparra” - appellativo datogli per l'abitudine di chiedere acconti prima di eseguire i lavori.
Il Caparra era, in quel periodo, il migliore fabbro in assoluto. Alla richiesta dello Strozzi, il Caparra presentò un preventivo che il banchiere accettò senza indugi.
Com’era suo solito, il fabbro chiese un congruo acconto, ma lo Strozzi rifiutò dicendo che non era sua abitudine dare soldi prima di vedere il lavoro finito. Il Caparra tenne duro e l'affare non si concluse.
Qualche tempo dopo il fabbro ebbe un ripensamento perché sapeva che fare quel lavoro gli avrebbe portato ancora più notorietà, ma sull'acconto non voleva cedere.
Fu così che decise di farsi prestare da un amico un piccolo banco e di improvvisarsi venditore di cipolle!
Lo Strozzi notò il fabbro a vendere le cipolle in Piazza e domandò il perché di questa nuova attività. Il Caparra addusse gravi motivi economici dovuti a speculazioni sbagliate che lo stavano portando alla miseria. Lo Strozzi allora, mosso sì da misericordia, ma soprattutto dal desiderio di avere gli arredi in ferro battuto, accordò al fabbro l'acconto richiesto.
Con grande maestria il Caparra costruì le quattro lanterne finemente lavorate e altri soggetti, quali animali e anelli, che furono posti in bella mostra sugli angoli del Palazzo.
Il Caparra volle lasciare un segno della vicenda dotando le lanterne di lunghe reste raffiguranti gli steli delle cipolle.
Nel 1762 le autorità fiorentine proibirono definitivamente l'attività di mercato nella Piazza, comunicandolo attraverso una lapide murata sulle pietre del Palazzo.

Da vedere:
le lanterne con gli steli e gli altri arredi sugli angoli del Palazzo e la lapide del divieto

Il Granduca “al contrario”
Ci dirigiamo, ora, verso Borgo Ognissanti. 
Nel periodo di Ferdinando I de' Medici, un certo Baldovinetti, ricco proprietario di un grande palazzo in B.go Ognissanti, fece richiesta alle autorità cittadine di poter costruire un terrazzo lungo tutta la facciata principale.
A quel tempo le questioni edili erano di pertinenza del Granduca, ambizioso custode delle bellezze della città, che diede risposta negativa alla richiesta del Baldovinetti. Egli, però, non si dette per vinto e ripresentò il progetto con il terrazzo magnificando la bellezza dei mensoloni e degli altri elementi architettonici posti a sostegno.
Il Granduca si dichiarò ancora una volta “contrario”, ma il proprietario astutamente suggerì allo scrivano che stava redigendo la pratica, in quel momento evidentemente un po' disattento, di aggiungere la preposizione “al”.
Con in mano il protocollo redatto, ordinò al suo architetto di iniziare la costruzione della terrazza, con i mensoloni, capitelli e volute “al contrario” così come era sancito sul documento.
Il Granduca si sentì beffato ma, apprezzando l'arguzia di quello che era anche un suo concittadino, non ne ostacolò l'esecuzione!

Da vedere:
il terrazzo del palazzo in Borgo Ognissanti n.12 con i mensoloni posti al contrario

GoGo dice su Evento

Continuiamo i nostri itinerari curiosi alla scoperta di Firenze con un percorso breve ma intenso che piacerà tanto anche ai bambini. Sono tante le storie che si raccontano a Firenze e questa che vi raccontiamo noi è davvero impagabile! 

via della Porta Rossa
Indirizzo: via della Porta Rossa, Firenze




Gli eventi non sono organizzati da GoGoFirenze ma sono comunicati alla redazione o recuperati da fonti pubbliche attendibili. GoGoFirenze non è responsabile della correttezza delle informazioni né fornisce informazioni o prenotazioni, se non diversamente specificato.