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Coronavirus: da domani a Firenze la consegna dei buoni spesa

Coronavirus: da domani a Firenze la consegna dei buoni spesa

Martedì 07 Aprile 2020 Ore 23:50

Sono 3023 le richieste per ricevere i buoni spesa che sono arrivate al Comune da ieri alle 14.30, momento in cui è partita la possibilità di richiedere il sostegno alimentare sulla Rete civica del Comune, alle 18 di oggi. Delle oltre tremila richieste 921 (un terzo) sono state presentate utilizzando credenziali Spid, carta di identità elettronica o carta sanitaria dei servizi (tessera sanitaria regionale). Le domande possono essere presentate h24 e da domani alle 14.30 chi ne ha diritto potrà ritirare i buoni spesa, per i quali sono a disposizione oltre due milioni di euro. La consegna avverrà nelle sedi dei Quartieri e alla Direzione Servizi sociali in viale De Amicis, 21.

“Oggi la piattaforma informatica non ha avuto problemi - ha detto l’assessore a Welfare Andrea Vannucci -. Ieri sono state riscontrate delle difficoltà, ma grazie al tempestivo intervento dei nostri Sistemi informativi e della componente amministrativa dei Servizi sociali, che stanno facendo un grande lavoro, sono state risolte in tempi rapidi e i fiorentini hanno potuto presentare le domande. Che numericamente sono in linea con le nostre aspettative”. “Vorrei ringraziare tutti i dipendenti comunali e i volontari che si stanno impegnando al massimo in questa importante operazione - continuato l’assessore-: gli operatori del Call center, gli amministrativi e gli assistenti sociali della Direzione Servizi sociali, i presidenti dei cinque Quartieri, ma anche le associazioni di volontariato e il Terzo settore per quanto stanno facendo per la consegna dei pacchi alimentari”. A proposito della presentazione della domanda per ricevere i buoni spesa, l’assessore Vannucci rassicura i fiorentini: “Non serve fare le corse per fare richiesta perché non c’è scadenza per la richiesta. Quindi, chiedo ai fiorentini di mantenere la calma se trovano i numeri di telefono occupati o se non riescono a inviare subito la richiesta”.

Per il ritiro dei buoni spesa è vietato presentarsi nelle sedi dei Quartieri e alla Direzione dei Servizi sociali senza l’appuntamento, ovvero senza aver ricevuto la mail con l’indicazione del giorno e dell’orario in cui avverrà la consegna. Nell’occasione del ritiro saranno messe in atto da parte dei dipendenti del Comune dei Quartieri e della Direzione Servizi sociali le misure di sicurezza necessarie per evitare il contagio del Coronavirus; misure che dovranno essere messe in atto anche dai cittadini.

L’assessore Vannucci fa un appello ai fiorentini che hanno diritto ai buoni spesa: “Andate a ritirarli solo se avete ricevuto la mail con l’appuntamento. Evitate di fare viaggi a vuoto: senza appuntamento non saranno consegnati”.

I buoni spesa sono una delle due misure di solidarietà alimentare, che sono state messe a punto dall’assessorato al Welfare dopo lo stanziamento da parte del governo di 400 milioni di euro destinati al ‘soccorso alimentare’ degli italiani a causa della crisi per il Covid-19. Oltre ai buoni spesa ci sono infatti anche i pacchi alimentari con prodotti di prima necessità, distribuiti a partire da giovedì scorso grazie alla collaborazione di Caritas e Banco alimentare. I cittadini che hanno diritto ai buoni spesa riceveranno buoni cartacei nominali del valore di 10 euro l’uno da spendere nei supermercati e nei negozi di vicinato convenzionati. I buoni spesa hanno un valore che va da un minimo di 150 euro per il nucleo monoparentale fino a 500 euro circa per le famiglie numerose. Il valore varierà in base al numero di figli del nucleo familiare, la presenza di minori e/o disabili e non autosufficienti. I buoni danno diritto ad acquistare beni alimentari negli esercizi commerciali, sia supermercati che piccoli negozi di generi alimentari convenzionati. Non sarà possibile, ad esempio, acquistare alcolici e superalcolici. Coloro che hanno bisogno di informazioni sui buoni spesa possono chiamare dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17 il Call center del Progetto #iorestoacasa del Comune (0553282200) oppure il Segretariato sociale del Comune (800508286).

"Ci sembra assurda una proposta che vorrebbe addirittura aumentare il numero dei residenti, mentre in questo momento per forza di cose i singoli comuni devono far fronte, e fanno già fatica, ai bisogni della popolazione attuale, come altresì riteniamo ben poco praticabile e soprattutto sbagliata l'idea di erogare ulteriori benefit a chi già percepisce il reddito di cittadinanza. Sembra una visione miope che non vuole guardare veramente al grande problema per l'economia di questo paese, ossia la sofferenza delle attività commerciali e delle partite IVA che portano ricchezza al nostro territorio". Dichiarano congiuntamente il segretario della Piana Fiorentina Filippo La Grassa, il segretario provinciale della Lega Alessandro Scipioni e la responsabile di Campi Bisenzio Vanessa Fiaschi. "Stiamo vivendo una fase drammatica della nostra storia in cui c'è necessità di confronto tra forze politiche, per uscire al più presto da una situazione che ha messo in crisi un intero sistema sociale ed economico. Noi riteniamo fondamentale riportare alla vita Campi Bisenzio. Il comune si è visto destinare uno stanziamento importante per far fronte ai bisogni alimentari causati dall'emergenza sanitaria. Riteniamo fondamentale che siano privilegiati i commercianti locali per l'utilizzo dei buoni e che ci sia massima attenzione sulla distribuzione dei benefici per far si che si arrivi a dare sostegno al maggior numero di persone possibili, chiedendo anche uno specifico confronto sui criteri distributivi. Proponiamo che per quanto concerne tutte le attività turistico-ricettive, i bar, i ristoranti e tutti quegli esercenti che hanno subito la chiusura in quanto attività non essenziali, di scontare la TARI su almeno tre mensilità, oltre a prorogare ancora la scadenza per il relativo versamento. Sarà necessario tenere conto delle risorse disponibili da parte dell'amministrazione, rivedendo anche il bilancio se necessario. Comprendiamo bene le difficoltà che potrebbero derivare da questa iniziativa, a fronte della necessità di coprire integralmente i costi del servizio tuttavia si tratta di uno sforzo che - come opposizione - crediamo sia opportuno fare nell'interesse della nostra Comunità e di queste categorie particolarmente colpite dall'emergenza".

“Incentivare l’uso dei buoni spesa nei negozi di vicinato e nelle rivendite di quartiere avrebbe una ricaduta positiva sull’economia locale e sulla sostenibilità ambientale, oltre a ridurre gli affollamenti intorno alla grande distribuzione”. Ad affermarlo è Tommaso Fattori, candidato presidente della Regione per Toscana a Sinistra e firmatario, assieme al collega Paolo Sarti, di una mozione che impegna la Giunta a convocare un tavolo con i Comuni e le associazioni di categoria per favorire l’uso dei buoni all’interno della rete di rivendite di quartiere sul territorio regionale. “Rivendite di quartiere e negozi di vicinato potrebbero essere stimolati a formare una rete volontaria, agevolmente identificabile dal cittadino, in grado di garantire uno sconto sulla spesa delle famiglie che utilizzano i buoni spesa governativi e i contributi che nelle prossime settimane saranno messi a disposizione dal governo e dagli enti locali”, spiega Fattori. “In Toscana saranno erogati complessivamente 21 milioni di euro che le persone e le famiglie in difficoltà a causa dell’emergenza Coronavirus potranno spendere sia all’interno della grande distribuzione alimentare che nelle rivendite di quartiere. Incentivare le piccole realtà presenti sul territorio, rafforzando la rete dei negozi di vicinato, garantirebbe la fornitura di generi alimentari di qualità e di filiera corta, ridurrebbe i rischi di contagio rispetto ai grandi contesti affollati della grande distribuzione e porterebbe benefici economici a lungo termine”, conclude il candidato presidente.

SI COBAS richiedono al Comune di Prato di ampliare la platea dei beneficiari della misura dei c.d. “buoni spesa” per l'emergenza covid-19 ai lavoratori attualmente in CIGO, CIGS e FIS: "L'indicazione ministeriale di escludere dall'accesso i cittadini che già beneficiano di misure di sostegno pubblico non fa i conti con il fatto che queste stesse misure sono spesso insufficienti a garantire una vita dignitosa se non la sopravvivenza dei nuclei familiari. Questo vale anche per i molti lavoratori del distretto che oggi si trovano in Cassa Integrazione Guadagni. Chiediamo al Sindaco di tenere in considerazione la realtà di un distretto che ha iniziato a subire gli effetti della crisi economica già dal mese di Gennaio – in concomitanza con l'esplosione dell'epidemia in Cina e ben prima del tragico arrivo in Italia del virus - con una “stagione” del tessile che non è mai davvero iniziata. La realtà è che migliaia di lavoratori stanno già pagando il prezzo di questa crisi attraverso il calo dei volumi di lavoro registrato già da gennaio soprattutto in molte tintorie e stamperie, e con il ritardo o il mancato pagamento degli stipendi di gennaio e febbraio. Quindi da ben prima che il governo intervenisse a mettere una toppa con la Cassa Integrazione. Non si possono inoltre ignorare le migliaia di lavoratori a grigio che lavorano nel distretto con contratti part-time dalle 2 alle 4 ore giornaliere, prestando quotidianamente lavoro straordinario retribuito a nero per arrivare alle 8 o anche alle 12 ore giornaliere effettive (per paghe spesso misere). Questi lavoratori rischiano così di essere due volte penalizzati: per loro la CIG sarà una piccola paghetta, e rischiano inoltre di essere esclusi dall'erogazione di misure di sostegno come quelle dei buoni spesa".

«I pacchi alimentari sono uno strumento straordinario, legato al periodo di emergenza che stiamo vivendo. Nulla più. Nessuno deve avere il timore, o eventuali remore di natura morale, a contattare il comune, o la Caritas. Sono sufficienti poche dichiarazioni. Il comune intende aiutare tutti coloro che hanno la necessità di essere sostenuti. Il disagio che alcuni possono provare nell’andare ai punti di distribuzione della Caritas, temendo di apparire indigenti, o di essere giudicati tali, non ha motivo di esistere. Ognuno di noi deve sentirsi parte integrante di una comunità e la Caritas aiuta tutti a prescindere». Sono le parole del sindaco di Cortona, Luciano Meoni, dopo che l’amministrazione comunale cortonese, in attuazione dell'ordinanza emessa dalla protezione civile, ha disposto l'erogazione di pacchi alimentari, con l’aiuto operativo della Caritas, a favore delle famiglie in difficoltà economica, causata dall’emergenza sanitaria. Meoni precisa. «Se la persona interessata non vuole entrare in contatto con il servizio sociale del comune, può contattare direttamente la stessa Caritas. In quel caso, compilando un semplice modulo in quella sede, può gestire direttamente il ritiro del pacco». Il primo cittadino cortonese ricorda anche che il pacco alimentare può essere consegnato dai volontari al domicilio del ricevente, oppure ritirato dallo stesso destinatario in forma riservata, su appuntamento, senza alcuna fila o sosta prolungata, proprio per evitare qualsiasi forma di disagio psicologico.

Farina in aumento a causa del Covid-19 dal 5% al 10%, per importi calcolati sul totale delle fatture, a partire dal 2 aprile. E' questa la sorpresa, tutt'altro che positiva, che alcuni panificatori pisani hanno trovato nell'uovo pasquale. A mettere nero su bianco questi incrementi sulla fornitura di farina, uno dei principali gruppi molitori europei, con una quota del 15% del mercato dei panificatori. Per poter continuare a garantire la consegna al tuo laboratorio – si legge nella missiva - sino a quando la situazione sarà rientrata nella normalità, siamo costretti a chiedere di concorrere al mantenimento del servizio attivo con una quota per la fornitura in emergenza Covid-19. La quota per fornitura in emergenza Covid-19 verrà applicata a fare data da giovedì 2 aprile 2020 e con una incidenza proporzionata alla dimensione della singola consegna. Per ordini superiori a 1000 euro la maggiorazione sarà del 5%, per quelli compresi tra 1000 e 500 euro l'aumento sarà de l'8% e per ordini inferiori a 100 euro sarà del 10%.

“Abbiamo scritto immediatamente ad Assipan nazionale perché intervenga” – commenta il direttore di Confcommercio Provincia di Pisa Federico Pieragnoli – “Questa modifica unilaterale delle condizioni contrattuali da parte di una delle più importanti aziende del settore lo consideriamo un atto arbitrario e socialmente disdicevole, che ha il difetto di far ricadere indebitamente sulle spalle di artigiani e commercianti il peso di una emergenza che loro per primi stanno affrontando con grande senso di responsabilità e dedizione verto l'intera collettività. E' innegabile che panificatori e rivendite di pane sono snodi fondamentali della catena di contenimento di questa emergenza, in prima linea nel consentire i necessari approvvigionamenti alle persone, senza ulteriori aggravi di costi per la clientela”. “Ci auguriamo che grazie all'intervento di Assipan si possano scongiurare questi aumenti a scapito di imprenditori che trascorrono la gran parte delle ore a produrre pane e la cui unica preoccupazione non è certo quella di speculare sull'emergenza sanitaria, ma di fornire un servizio adeguato e in linea con le urgenti necessità dei cittadini” – conclude Pieragnoli.

I beneficiari

Possono presentare richiesta i soggetti componenti nucleo familiare, la cui composizione anagrafica deve risultare all’Ufficio Anagrafe al 29 marzo 2020. Sono esclusi i nuclei nei quali sia presente:

  1. uno o più stipendi derivante da impiego pubblico o privato, effettivamente percepito;
  2. uno o più membri beneficiano di cassa integrazione;
  3. uno o più membri siano titolari di Reddito di Cittadinanza o altro sussidio pubblico;
  4. un reddito pensionistico;
  5. redditi derivanti da rapporti di locazione di immobili di proprietà;
  6. alla data del 31 marzo 2020, una giacenza complessiva (per nucleo) nei conti correnti superiore a: € 6.000 per famiglia; ciò a meno che il conto corrente sia “congelato” o il titolare non si trovi nella indisponibilità temporanea dei propri beni.

Mentre sono ammessi i nuclei con lavoratori autonomi, o liberi professionisti, che abbiano perso oltre il 30% dei ricavi mensili nel mese di marzo, sempre che non siano esclusi per i motivi sopra indicati. Il richiedente dovrà autodichiarare la propria condizione compilando un modulo di autocertificazione che potrà scaricare dal sito del Comune. La domanda sarà consegnata firmata al momento della consegna dei Buoni Alimentari.

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