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Evento

"Molti sarebber lieti, che son tristi..." ​Itinerario di Cronaca Nera dal Medioevo al Rinascimento (ITINERARIO LIBERO NON GUIDATO)

All'aperto, Itinerario
Via Por Santa Maria Firenze
Por San Maria

Scaduto

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Itinerario Libero Non Guidato

Molti sarebber lieti, che son tristi

se Dio t'avesse conceduto ad Ema

la prima volta ch'a città venisti.

Questi versi di Dante si trovano su una lapide esposta su un muro in pietra presso le case dei Buondelmonti ed è proprio da qui che ha inizio il nostro itinerario di cronaca nera medievale.

La lapide del Buondelmonti

La lapide si riferisce a Buondelmonte dei Buondelmonti, un giovane nobile, di famiglia ricchissima, proprietaria di case e castelli nella Val di Greve e a Firenze.

La vicenda di Buondelmonte, che Dante fa raccontare al suo trisavolo Cacciaguida nel XVI canto del Paradiso, è la più significativa dal punto di vista della storia medievale poiché contribuisce a dare inizio a violente lotte fra famiglie e in seguito fra fazioni, dividendo la città in Guelfi e Ghibellini.

Nel mese di Gennaio del 1215 in un castello di Campi Bisenzio, alla presenza del Podestà, si festeggia l'entrata in società con il titolo di Cavaliere, del nobile Mazzingo dei Mazzinghi.

A queste manifestazioni di fatto pubbliche, si usava invitare le più importanti famiglie dell'alta nobiltà.

Buondelmonte dei Buondelmonti, Uberto degli Infangati, e Oddo Arrighi dei Fifanti fanno parte dei nobili presenti a questa festa.

Durante il banchetto ufficiale, appena servito il pranzo, un giullare di corte, per intrattenere gli astanti allegramente, nasconde un piatto di carne posto davanti a Uberto, distratto in quel momento da una conversazione. La reazione di Uberto è dura e immediata: chiede che si faccia avanti chi ha tolto il piatto. Interviene il Fifanti, individuo sempre pronto ad accendere risse, accusa Uberto di essere troppo goloso, di esagerare nella protesta e con un gesto plateale, gli getta addosso un tagliere pieno di carne e unto dall'olio.

Di colpo interviene Buondelmonte amico di Uberto il quale estrae un coltello e ferisce il Fifanti ad un braccio.

Si scatena così una pericolosa rissa che solo con l'intervento di alcuni presenti viene sedata.

Tornato nel proprio palazzo, il Fifanti, con la ferita ancora sanguinante, riunisce i maggiorenti tra i parenti e delle famiglie amiche per decidere come reagire all'offesa ricevuta.

La riflessione delle famiglie, avverse ad una soluzione cruenta, permette di risolvere la questione pacificamente e con l'assenso di tutti viene deciso che Buondelmonte sposi la figlia di Lambertuccio Amidei, zio del Fifanti, la quale, forse per il suo aspetto non tanto gradevole era ancora in attesa di potersi maritare.

Buondelmonte accetta e le nozze vengono fissate per il 10 di Febbraio del 1215.

Da vedere:

la Torre degli Amidei in Por Santa Maria, il palazzo dei Buondelmonti in Borgo Santi Apostoli e le rispettive lapidi Dantesche con i versi del XVI canto del Paradiso.

L’omicidio all’ombra della Torre

Però poco dopo la faccenda si complica. Gualdrada Donati moglie di Forese, antagonisti da tempo degli Amidei, invita con una missiva, nel proprio palazzo, il giovane Buondelmonte. Essa lo convince a respingere la proposta degli Amidei “vigliaccamente estorta”, offrendogli la mano della propria figlia, dal gradevole aspetto e di giovanile freschezza . Mentre Il giorno fissato per le nozze, gli Amidei e la figlia attendono lo sposo sul sagrato della Chiesa di Santo Stefano al ponte, Buondelmonte giovane e bello , elegantemente vestito con un abito di seta pregiata, passa a cavallo davanti alla Chiesa, ma invece di fermarsi prosegue fino alla casa dei Donati per promettersi alla di loro figlia.

Gli Amidei offesi e irati, rientrano insieme ai loro parenti nel proprio palazzo.

Il giorno successivo decidono di riunirsi nella Chiesa di Santa Maria sopra porta con le famiglie alleate degli Uberti, dei Lamberti e degli Arrighi, per consigliarsi sulla scelta della vendetta da compiere per il grave affronto subito.

Dopo vari interventi Mosca dei Lamberti prende la parola e propone l'assassinio con la fatidica e famosa frase “cosa fatta capo ha”.

La mattina di Pasqua, giorno fissato per le nozze con la figlia dei Donati, Buondelmonte in sella al suo cavallo bianco, attraversa il Ponte Vecchio ed entra in Porta Santa Maria. Giunto sotto la Torre degli Amidei, si trova di fronte ai vendicatori e la vendetta si consuma. Fermato violentemente e insultato viene disarcionato da un colpo di mazza di Schiatta degli Uberti. Oddo Arrighi con un balzo si getta sul suo corpo indifeso e lo trafigge con un violento fendente, uccidendolo.

Da vedere:

il Palazzo Donati in via del Corso angolo Via Santa Elisabetta

la Chiesa di Santo Stefano nell'omonima piazzetta a lato di Por Santa Maria

la Chiesa di Santa Maria a fianco del palagio di Parte Guelfa),

I versi di Dante che aprono questa cronaca, spiegano che sicuramente molti fiorentini sarebbero stati lieti se non si fosse verificata questa triste vicenda.

E se Buondelmonte la prima volta che compi il tragitto dal Castello di Montebuoni a Firenze, attraversando il fiume Ema, ci fosse caduto dentro affogando - in passato aveva corso questo rischio- la città non avrebbe subito i disordini, gli scontri cruenti e gli assassini fra famiglie avverse.

Si può cosi affermare che la vicenda di Buonelmonte portò ad un inasprimento delle lotte intestine all'interno della città che già soffriva di divisioni e contrapposizioni.

Le fazioni dei Guelfi e dei Ghibellini presero ulteriore campo e provocarono purtroppo per molto tempo ancora guerre e distruzioni.  

Gratuito
GoGo dice su Evento

Chi era Buondelmonte del Buondelmonti e qual è la sua storia? Nella Firenze del Medioevo, un itinerario a piedi per scoprire alcuni dei segreti custoditi tra le pietre della città che fu... Un percorso unico nel suo genere, costruito in esclusiva per voi. Da non perdere!

Por San Maria
Indirizzo: Via Por Santa Maria, Firenze 50100




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