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Evento Firenze ci osserva: ti va di scovare i volti nascosti della città? (ITINERARIO LIBERO NON GUIDATO) Cattedrale di Santa Maria del Fiore

Firenze ci osserva: ti va di scovare i volti nascosti della città? (ITINERARIO LIBERO NON GUIDATO)

All'aperto, Arte
Piazza del Duomo Firenze
Cattedrale di Santa Maria del Fiore

Scaduto

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Itinerario Libero Non Guidato

Ci passiamo davanti spesso, magari anche più volte al giorno. Loro ci guardano, immobili e silenziosi. Osservano i nostri movimenti dall’alto, senza proferire parola. Non si esprimono ma chissà cosa pensano. Noi camminiamo di fretta, a testa bassa, difficilmente degniamo loro di uno sguardo. Ma loro esistono e sono lì da secoli, ne avrebbero tante da raccontare, se solo potessero parlare. Vi starete chiedendo chi sono questi personaggi millenari. Ve lo raccontiamo subito: sono la Berta, il Bue Cornuto, il Cellini, Michelangelo, il Vaffa e gli Arieti. Oggi ve li presentiamo, da domani alzate la testa e regalate loro un sorriso, che se lo meritano! 
Per questa passeggiata servono: una ventina di minuti del vostro tempo, scarpe comode e voglia di fare nuove amicizie.
Da consumarsi preferibilmente entro: quando ne avete voglia, estate, autunno, primavera o inverno la passeggiata è sempre concessa e attuabile.
Tenere vicinissimo alla portata dei bambini (si divertiranno molto).

Periodo ideale: sempre
N° tappe: 6
Km totali: 1,4 Km
Durata prevista: 1 ora e 30 min. ca.

La Testa di Bue
La partenza è in Piazza del Duomo. Avvicinatevi alla Chiesa di Santa Maria del Fiore, indirizzate lo sguardo verso la fiancata sinistra della cattedrale e sulla colonna portante della Chiesa, ecco la Testa di Bue che stiamo cercando. Che ci fa un bue lassù? Beh, le teorie riguardo la sua presenza sono due. La prima racconta che il bovino voleva essere un omaggio agli animali da traino impiegati nella realizzazione di Santa Maria del Fiore. L’altra racconta di un tradimento. Erano in molti a lavorare alla costruzione della Chiesa, notte e giorno dediti alla realizzazione di Santa Maria del Fiore. Uno di loro si innamorò di una bella ragazza. Oggi uno sguardo, domani un sorriso e finì che scoppiò la passione. La giovane però era sposata con un fornaio, che aveva la bottega proprio di fronte a Via Ricasoli. Il carpentiere e la giovane si frequentarono in segreto ma l’astuto fornaio scoprì l’adulterio e denunciò entrambi al Tribunale Ecclesiastico, che condannò con una punizione il mastro carpentiere. Il giovane si vendicò posizionando la Testa di Bue cornuta sul lato della Cattedrale, rivolta verso la bottega del fornaio, per ricordargli ogni giorno il tradimento subìto. Per il povero fornaio, il danno oltre alla beffa!
Il Cassioli
Soffermiamoci ancora un po' ad ammirare l'imponente facciata della Cattedrale di Santa Maria del Fiore. Guardate bene le tre porte in bronzo che si affacciano sul sagrato. Concentratevi su quella di destra, realizzata da Giuseppe Cassioli. Se cercate bene non vi sarà difficile individuare la piccola formella quadribolata da cui sporge l'autoritratto dell'autore. Sguardo vagamente allucinato, capelli fluenti e svolazzanti. Un bell'uomo, il Cassioli. Romantico e anticonformista come lo erano gli artisti dell'Ottocento.  Perché il Cassioli ha voluto lasciar traccia di se stesso sulla porta? Dovete sapere che il giovane artista accettò con grande entusiasmo l'incarico, era davvero onorato di poter realizzare l'opera, tanto da richiedere alla Commissione di fondere lui stesso la porta. Si mette d'impegno il giovane Cassioli e realizza un'opera dinamica, originale e rifinita minuziosamente con un lavoro di attenta cesellatura. Un'opera molto bella e apprezzata dal pubblico, consegnata però in ritardo rispetto agli accordi e questo costò all'artista periodi di vessazioni e miseria. Il giovane, offeso, volle lasciare ai posteri la testimonianza del danno subìto. Se  trovate l'autoritratto, capirete bene come si sentì il Cassioli a causa di quel danno.
L’Angelo del Vaffa
Il Duomo di Firenze nasconde un altro personaggio. Si tratta dell’Angelo del Vaffa. Un angelo un po’ anomalo, un ribelle. Mettetevi di fronte al portone laterale destro del Duomo. Guardate con attenzione la formella alla vostra destra. L’avete individuato? Sì, è proprio lui, l’Angelo del Vaffa. Risulta evidente il motivo del suo nome. Ma è blasfemo, direte voi! Gli angeli non farebbero mai certi “gestacci” e mai e poi mai in un luogo come questo. E allora perché? Anche in questo caso le teorie a riguardo sono diverse. C’è chi dice che la serie di angeli in cui troviamo anche il Vaffa, rappresentano l’Apocalisse, in contrapposizione all’altra serie di angeli che troviamo sul portale opposto, che invece rappresentano gli angeli buoni. Se osserviamo bene il Vaffa, dicono loro, possiamo vederci un angelo stremato, che non vuole offendere, bensì trovare appoggio. Non siete convinti? Allora vi raccontiamo l’altra versione. Immaginatevi un bel gruppo di angeli a pranzo tutti insieme. Ognuno ordina il suo piatto non badando a spese. Poi, arrivati al conto, iniziano a guardarsi l’un l’altro, cercando il pollo da spennare. Indovinate su chi cade l’ultimo sguardo!
La Berta
Spostiamoci verso la Chiesa di Santa Maria Maggiore per incontrare la mitica Berta, che se ne sta murata da secoli tra le pareti esterne della Chiesa. Per trovarla prendete a riferimento la fermata del 22 dell’Ataf e guardate molto in alto. Vista? La storia della Berta risale a molti, moltissimi anni fa. Siamo nel 1327. I fiorentini si riversano in strada per seguire le sorti di un condannato al rogo. Immaginate una giornata afosa di fine estate e la polvere che sia alza al passaggio della folla di curiosi. Il condannato era Francesco Stabili di Simeone, Cecco d’Ascoli per gli amici. Cecco, interrogato dal Duca di Calabria sul futuro della nipote, “Giovanna la Pazza”, predisse che sarebbe stata incline a libidine. Questo pronostico lo portò al rogo. Torniamo a quella giornata afosa di fine estate, il corteo procede lento in via Cerretani. Il carro passa di fronte alla Chiesa di Santa Maria Maggiore e Cecco chiede dell’acqua. La Berta, da dietro un pertugio, grida di non dargliela: “Se beve non brucerà!”. “E tu non leverai più la testa da quel pertugio” risponde arrabbiato Cecco. La Berta, dopo secoli, ha ancora la testa lì. Salutiamola e andiamo poco più avanti.
Il Cellini 
Proseguiamo la nostra passeggiata verso Piazza della Signoria, dove ci attende il Cellini. Andiamo alla Loggia dei Lanzi, a destra di Palazzo Vecchio, accanto agli Uffizi. Sotto questa loggia, in epoca repubblicana, si tenevano le assemblee pubbliche del Comune di Firenze. Poi arrivano i Medici, che si impadroniscono del governo della città, aboliscono la Repubblica e trasformano la Loggia in un vero e proprio spazio espositivo. Per questo, all’interno della Loggia, si possono ammirare moltissime opere, tra le quali emerge imponente la statua di bronzo firmata Benvenuto Cellini. Stiamo parlando del magnifico Perseo, che vi osserva dall’alto dei suoi 3,20 metri, impugnando con una mano una spada e con l’altra la testa recisa di Medusa. L’opera, commissionata da Cosimo I, doveva servire ad ammonire il popolo fiorentino a non tentare più follie rivoluzionarie. Cellini obbedì e realizzò un vero capolavoro. Volle però lasciare segno di se’ sulla statua. Aguzzate gli occhi, il volto del Cellini vi sta spiando! Provate a cercarlo, non è difficile da individuare. Piccolo suggerimento: mettetevi alle spalle di Perseo e guardate in alto. L’autoritratto dell’autore vi si svelerà in tutta chiarezza.
Lo Scocciatore di Via della Ninna
Rimaniamo in Piazza della Signoria e andiamo a conoscere lo “scocciatore”, un personaggio che annoiava il povero Michelangelo Buonarroti praticamente ogni volta che lo scultore percorreva Via della Ninna, via che passa tra Palazzo Vecchio e gli Uffizi. Si narra che il povero Buonarroti venisse bloccato regolarmente da un personaggio che lo annoiava con i racconti delle sue disgrazie finanziarie. Racconta oggi, racconta domani, Michelangelo era davvero infastidito. Non riusciva mai a scappare e ogni volta si ripeteva la stessa identica storia. Lo scocciatore che partiva con le sue lamentele e Michelangelo che, straziato dalla noia, faceva finta di ascoltarlo ma in realtà pensava a tutt’altro. Fu proprio in una di queste occasioni che lo scultore, munito di arnesi, scolpì il profilo dello scocciatore, immortalandolo per sempre nelle pietre di Palazzo Vecchio. Qualcuno racconta che Michelangelo scolpì tenendo le mani dietro la schiena. Si accostò alla parete del palazzo e mentre lo scocciatore attaccava la solita nenia, lui con scalpello alla mano, ne tracciava con maestria il profilo. Divertitevi a cercare il volto dello scocciatore, detto anche “importuno”. E’ un po’ nascosto ma siamo certi che lo troverete.
Chi si nasconde sotto il Ponte?
A questo punto siamo pronti a conoscere gli ultimi due personaggi della giornata. Prossima tappa: Ponte di Santa Trinita. Imbocchiamo Via Por Santa Maria per poi svoltare a destra per Lungarno Acciaiuoli fino al Ponte, dove alloggiano da centinaia di anni due simpatici animali. Non sono facili da individuare, per vederli bene dovreste passare sotto il ponte e guardare su. I due sono lì, immobili e fedeli, per fare la guardia alla città. Uno di loro guarda Ponte Vecchio, per difendere Firenze dai possibili attacchi provenienti da est, l’altro invece è posto ad ovest, direzione Ponte alla Carraia, ed è pronto a proteggere la città dalle minacce provenienti dal mare. Che animali saranno mai? Provate ad indovinare, oppure fate due passi e andate a vedere!

Per oggi, la presentazione dei personaggi nascosti tra pietre di palazzi e statue, è finita. Ma non disperate, Firenze nasconde tanti segreti. Ve li sveleremo nelle prossime passeggiate!

Gratuito. L'itinerario della durata stimata di 1 ora e 30 min. può essere effettuato sempre.
GoGo dice su Evento

Una passeggiata in centro città curiosa e divertente da godersi con la famiglia. Un modo diverso per conoscere Firenze e le sue storie. Le tappe dell'itinerario proposto si trovano a poca distanza l'una dall'altra, per questo può essere facilmente sostenuta dai bambini, che si divertiranno moltissimo a scoprire i volti nascosti.

Cattedrale di Santa Maria del Fiore
Indirizzo: Piazza del Duomo, Firenze

Telefono: 0552302885

Email: opera@operaduomo.firenze.it

Sito web: http://operaduomo.firenze.it/




Gli eventi non sono organizzati da GoGoFirenze ma sono comunicati alla redazione o recuperati da fonti pubbliche attendibili. GoGoFirenze non è responsabile della correttezza delle informazioni né fornisce informazioni o prenotazioni, se non diversamente specificato.