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18 maggio 1969: la città si tinge di Viola!

18 maggio 1969: la città si tinge di Viola!

Il 18 Maggio del 1969 Firenze, prima nel mondo per l'arte, la cultura, la bellezza, conferma il suo primato anche nello sport Italiano, vincendo per la seconda volta, dopo quello del 1956, lo scudetto nel campionato di calcio 1968/1969.

Quando alla trentesima e ultima giornata di campionato a scudetto già conquistato, Tavares da Silveira Amarildo al 38' del secondo tempo, mette nel sacco la rete del 3 a 0 contro il Varese, nello stadio comunale fiorentino, dove sono presenti ben 65.000 spettatori con decine di migliaia fuori dai cancelli, si consuma una delle più belle e indescrivibili scene di giubilo che culminano dopo il fischio finale dell'arbitro Pieroni di Roma con l'invasione di campo da parte di decine e decine di spettatori desiderosi di esternare la loro incontenibile gioia nei confronti dei protagonisti: i giocatori viola e il loro allenatore, abbracciandoli e ringraziandoli per la loro bellissima e inaspettata impresa. E' tutto uno sventolio di bandiere viola e il vessillo gigliato sulla torre di maratona si stende al vento più grande di sempre. La città è in subbuglio, nel tripudio generale lunghe file di macchine, motorini, biciclette e cortei ininterrotti di pedoni, sciamano per i viali e le strade della città al suono di clacson, fischietti, tamburi e grida. L'esultanza del popolo viola si manifesta a lungo con festeggiamenti che si protrarranno fino a tarda notte. In seguito, si moltiplicheranno le iniziative per invitare i giocatori a partecipare ad incontri e feste da parte di varie associazioni sportive, dal Centro di Coordinamento dei Viola Club compresi gli storici Viesseux e 7Bello e pure da organizzazioni a carattere istituzionale.

In realtà l'inizio del campionato per la Fiorentina non fu esaltante, incappando il 3 Novembre del 68 nell'unica sconfitta stagionale con l'1-3 interno subito dal Bologna. Tuttavia i viola riuscirono a recuperare terreno nei confronti del Milan di Gianni Rivera e del Cagliari ma non evitarono che la squadra di Gigi Riva vincesse il titolo d'inverno il 26 Gennaio del 69. Nel girone di ritorno i viola continuarono a lottare con i rossoblu e i rossoneri fino a compiere il sorpasso ai danni delle rivali il 9 Marzo alla 21° giornata con la vittoria in casa contro il Lanerossi Vicenza per 3-0 con doppietta di Chiarugi e rete di Maraschi. La vittoria ed il sorpasso, è proprio il caso di dirlo, misero le ali ai piedi alla Fiorentina che per le nove successive partite di campionato rimase sempre in testa alla classifica fiaccando definitivamente la resistenza delle avversarie. La ciliegina sulla torta come si suol dire, fu messa alla 29° e penultima giornata, quando in casa della Juve, avversaria di sempre, i viola conquistarono anzitempo lo scudetto, trionfando con un secco 2-0, reti di Mario Maraschi e del virtuosissimo funambolo “Cavallo Pazzo“ Luciano Chiarugi, davanti a 10.000 tifosi fiorentini in delirio, accorsi allo stadio Torinese.. Mario Maraschi fu il capocannoniere della squadra con 14 reti e finì al quarto posto della classifica marcatori dopo Gigi Riva del Cagliari, Anastasi della Juventus e Bui del Verona.

Questa la formazione della Fiorentina Ye-Ye, come veniva chiamata allora:

Superchi; Rogora, Mancin; Esposito, Ferrante, Brizi; Chiarugi, Merlo, Maraschi, De Sisti,Amarildo.

Vogliamo ricordare che in quella stagione i dirigenti, per loro stessa ammissione, avevano progettato la costruzione della squadra proiettata più sul futuro che sul presente, per la scelta di attuare una politica di rinnovamento puntando molto su giovani e giovanissimi. Ma evidentemente la sagacia e l'intuito del presidente Nello Baglini e dei suoi collaboratori contribuirono ad anticipare

i tempi. Le ragioni del successo furono molteplici: quella di dare l'incarico di allenatore al "Petisso" l' Argentino Bruno Pesaola, reduce da un bel secondo posto con il Napoli nella stagione precedente, di acquistare il forte centrocampista Francesco Rizzo, di affidare la regia in campo a un capace “maggiorenne”come Picchio De Sisti, che all'epoca aveva poco più di venticinque anni, di lanciare il giovane portiere Franco Superchi, acquistato due anni prima da una squadra di serie C e passato titolare dopo la cessione del forte Enrico Albertosi, di confermare giocatori esperti come il centravanti Mario Maraschi, il terzino Bernardo Rogora, il mediano Giuseppe Brizi e la fortissima estrosa ala, il brasiliano Amarildo. La scelta poi rivelatasi decisiva, fu quella di insistere nei giovanissimi Merlo, Chiarugi, Esposito, Mancin e Ferrante, a dimostrazione che all'epoca si potevano compiere imprese eccezionali non accreditate alla vigilia, anche senza grandi campioni e fuoriclasse, ma con un buon uso dell'intelligenza e dell'umiltà, doti delle quali si avvalsero appieno tutti i componenti della società viola. Non dobbiamo dimenticare l'apporto dei tantissimi tifosi che per tutto il campionato sostennero la squadra in casa e in trasferta con quel fantastico entusiasmo erogatore di una spinta propulsiva positiva e vincente. Lo scudetto del 1969, per come fu conquistato, rimane e rimarrà per sempre un ricordo indelebile nel cuore di tutti gli appassionati viola.

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